Dentro un logo c’è una quantità tale di creatività e di strategia che il più delle volte riusciamo a vederne anche in loghi fatti a caso. Ma la cosa più simpatica (parlo per esperienza personale) è quando si crea un logo carino e si decide quale significato strategoFiloPoetico assegnarvi.
Girovagando online in cerca di ispirazioni ho trovato un sito controtendenza il cui titolo del post è "How not to design a logo": cosa non dovete fare. A noi figli dell’era NoLogo, questo titolo sicuramente crea curiosità e poi (da tecnico) dico che spesso è molto meglio sapere le cose da evitare, piuttosto che quelle da fare.
Io ve le elenco, poi magari ne discutiamo insieme se sono realisticamente corrette e se possono essere adatte alla mentalità italiana o della piccola media azienda italiana.
[ad name=”postdx”]Le cose da non fare per il logo
- Fare un logo contest
E’ molto probabile che il risultato (anche se graficamente buono) sia distante dalle linee di business che solo l’azienda organizzatrice conosce. Inoltre rovina il mercato: chi investirà poi in un logo designer quando con un contest si risolve il tutto? - Troppo bello per essere vero
Diffidate da annunci di loghi a prezzi bassissimi. Pensate piuttosto che un disegnatore professionista ci mette diverse giornate (qui parlanodi mesi) per studiare creare testare il logo e redigere la necessaria documentazione. - Immagini Stock
Non utilizzate logotipi o immagini presi dai siti di Stock Imagery, che offrono migliaia di disegni gratuitamente. Quelle immagini sono usate da migliaia di utenti e il tuo logo potrebbe ereditarne la "notorietà". Usate solo logotipi originali, create il vostro brand. - Farsi da soli il logo
Se non siete un designer professionista evitate di farvi un logo da soli. E’ molto facile che il prodotto finale sia stilisticamente casalingo. Il design non è solo creatività! - Loghi gratis (o sistemi automatici di creazione logo)
Vedi il punto 2, ma molto molto peggio! Prima di pubblicizzarlo assicuratevi che vada bene
In modo particolare cercate di avere feedback da persone eterogenee per esigenze e ruolo: coinvolgete clienti, competitor. In pratica ogni stakeholder. Nel sito (vedi immagine allegata) fanno degli esempi estremi, anzi fallici. Sono un po’ esagerati però mi hanno fatto parecchio ridere.
L’articolo termina con delle considerazioni sul costo di un logo. Il consiglio che do io è di valutare il lavoro dietro ad un logo e tutte le attività necessarie per realizzarlo:
- definire cosa il cliente vuole che il logo trasmetta
- creare una grafica semplice facile e intiuitiva
- <ciclo di approvazione / revisione >
- creazione dei fogli di stile e delle varie versioni di utilizzo
- <ciclo di approvazione>
- consegna definitiva del materiale (varie versioni del logo, carta intestata, biglietti da visita, carta fax, modello email, …)
Fate una vostra valutazione in giornate lavoro è moltiplicatelo per un costo equo, comprensivo di tasse e sono certo che non vi stupirete se un professionista vi chiede 500-1000 € solo per un logo PROFESSIONALE… occhio ai ciarlatani però!
Ora però voglio sentire voi cosa ne pensate!
Aggiungo un punto tra “” e “consegna definitiva”:
Accertamento scrupoloso che non contenga sembianze falliche (vedi fig.)
“” = ciclo di approvazione
@ilrock: sono proprio fuori di testa quelli… come se per accorgersene fossero necessari i feedback 🙂
Mi capitò diverso tempo fa di osservare la seguente scenetta: signora che arrivata in agenzia chiedeva a gran voce di poter “noleggiare” un grafico per un paio di ore per la progettazione, studio e rilascio del nuovo logo di una sua qualche iniziativa.
E hai voglia a spiegarle che non si trattava di una questione puramente meccanica, che richiedeva perlomeno uno studio del brand da supportare e cose così.
Il fatto è che sempre più gente realizza l’importanza di un buon logo (anche solo per essere in linea con i competitors) ma ancora pochissimi danno il giusto peso al lavoro che ad un buon logo sta dietro.
@Francesco: secondo me dobbiamo sempre dimostrare la nostra professionalità. Ma a un certo punto diamo ai poveri ciò che desiderano… l’importante è che dopo non si sappia chi l’ha fatto.
Tanto per dire: in linea di massima posso essere d’accordo con te. Ti porto però un caso che distrugge completamente la tua “teoria”: per il logo UFFICIALE di Mozilla Italia abbiamo lanciato un contest giusto un annetto fa (circa, giorno più o giorno meno). Una miriade di proposte arrivate, alcune davvero spettacolari, abbiamo scelto quella che più si addiceva a noi, ne andiamo particolarmente fieri, ecco quindi che vengono a mancare automaticamente punto 1 e punto 2, con tutti gli altri a far compagnia 😛
@Gioxx: chiaramente sono regole di massima. Il tuo esempio però secondo me riporta il focus su una realtà diversa. Se parli di Mozilla Italia ti rivolgi a persone comunque pienamente consapevoli del contesto e delle esigenze del progetto. O no?
Assolutamente si, infatti ho detto che le tue idee erano sicuramente applicabili “in generale”, contrariamente ad alcuni casi specifici come quello da me raccontato! 😉
@Gioxx: condivido quasi pienamente tutti i punti, purtroppo però non sono farina del mio sacco, ma interpretazione dell’articolo citato.
Tale articolo mi ha colpito perchè è parecchio ironico e “esagerato”: una fantastica tecnica per creare discussione.
In ogni caso si parla spesso di studio logo e ore e ore di analisi, ma capita spesso che un logo nasca assolutamente per caso e sia “buona la prima”.
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